La Ragazza Nella Foto =LINK=
Quella raccontata da La ragazza della foto è una storia che ha dell'incredibile e Netflix, con un bellissimo documentario che ripercorre tutti i passaggi del caso con grande abilità narrativa, fa un grandissimo lavoro di ricostruzione e racconto sfruttando le testimonianze, da pelle d'oca, dei conoscenti della donna e dell'assassino e quelle degli agenti dell'FBI e della polizia coinvolti per anni e anni in un caso che sembrava non avere risoluzione e che, dopo tantissimo tempo, è riuscito a dare giustizia alle vittime e la giusta punizione al killer.
La ragazza nella foto
A gurdarlo dalla copertina questo documentario di 110 minuti potrebbe non attirare più di tanto ma la storia raccontata da La ragazza della foto è talmente pazzesca che, se amate i grandi misteri e le storie crime, non potete perderla. Si tratta di uno dei crimini (per molto tempo irrisolto) più iconici della storia degli Stati Uniti, finito in televisione e diventato la trama di un romanzo che è stato un elemento chiave per arrivare alla rioluzione del caso dopo 10 anni di buchi nell'acqua.
Sono proprio gli sguardi dei protagonisti di questa vicenda a scuotere nel profondo lo spettatore, a partire da quello glaciale e impassibile di Clarence fino a quello disgustato e scioccato degli intervistati. La ragazza nella foto, anche dopo la sua visione, lascia un senso di inquietudine e tristezza che riesce persino a superare il ribrezzo per le nefandezze e la depravazione a cui abbiamo assistito.
È così che Evans è diventata la protagonista della foto poi paragonata al video dello sconosciuto che se ne è rimasto fermo di fronte ai carrarmati che avanzavano verso Piazza Tienamen, nel 1989. E la foto del 1967, in un cui uno dei manifestanti contro la guerra in Vietnam aveva portato fiori di fronte alle guardie armate fuori dal Pentagono. O ancora la foto di Amanda Polchies del 2013, la donna che si era inginocchiata per la strada con in mano una piuma d'aquila puntata verso la polizia canadese durante una protesta contro le trivellazioni a New Brunswick.
Nel luglio 2014, quando Eric Garner è morto a New York dopo essere stato soffocato da un poliziotto, si sono scatenate proteste di massa nella città contro la brutalità della polizia nei confronti della comunità afroamericana. Quel giorno, Evans decise di andare a lavoro. I sensi di colpa per non essersi aggiunta alla protesta, però, la morsero per tutto il giorno. Questa volta non sarebbe rimasta a casa.
È il ruolo stesso del mezzo fotografico che si rivelerà una delle chiavi di volta per avanzare nel dipanare la matassa dello strano e macabro caso di Tonya. La fotografia, infatti, imbalsama i corpi raffigurati salvandoli dallo scorrere del tempo, li immortala in attimi per sempre congelati. Questa sua peculiarità ci è tanto cara, perché espone al mondo ciò che si cela dietro un paio di occhi color del cielo nella foto che forma la locandina del film. Gli investigatori sarebbero riusciti ugualmente a raggiungere un punto soddisfacente nella ricerca della verità senza le foto? La risposta non può che essere: no.
La ragazza nella foto è un memoriale alla vita turbolenta e violenta di Suzanne Sevakis. Si tratta di un tortuoso cammino lungo più di trent'anni in cui sono proprio le fotografie a rappresentare le svolte di un caso di scomparsa che cela dietro di sé un sentiero completamente lastricato di reati e abusi. La narrazione è agile senza far perdere l'orientamento ad uno spettatore desideroso di raggiungere la fine della strada, per porgere un commiato rispettoso e dovuto ad una delle vittime della malvagità altrui. Un docufilm che sa essere toccante e commovente senza per questo sfociare in un'esaltazione del dolore e della violenza, e che rispetta fino in fondo la sete di verità e di giustizia di coloro i quali hanno dedicato la propria vita a far sì che quelle di Suzanne e di suo figlio Michael non venissero dimenticate.
Durante un giorno di scuola, un ragazzo di nome Tom sedeva nella sua classe studiando matematica. Mancavano ormai sei minuti all'uscita. Però, mentre finiva il compito, qualcosa catturò la sua attenzione.
La ragazza era così bella che subito Tom volle conoscerla, così girò per l'intero istituto chiedendo a tutti della persona in fotografia. Quando chiedeva se qualcuno l'avesse mai vista, in risposta tornava sempre un "No". Il ragazzo era distrutto.
Una volta a casa, decise di chiedere anche alla sorella maggiore della fantomatica ragazza, ma sfortunatamente anche quest'ultima rispose "No". Nel mentre, l'ora si era fatta tarda, così Tom salì le scale, posò la foto sul comodino e andò a dormire.
Il giorno dopo decise di chiedere anche ai vicini informazioni sulla ragazza della foto, però anche loro risposero "No, mi dispiace". Quando sua madre tornò a casa chiese anche a lei, ma la risposta era sempre "No". Tornò in camera sua, ripose nuovamente la foto sul comodino e si addormentò.
Venne nuovamente svegliato da quei colpetti leggeri alla finestra. Prese con sé la foto e seguì la risatina, fuori di casa. Attraversò la strada, dove improvvisamente una macchina lo investì. Morì con la fotografia tra le mani.
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